Rockfall Hazard and Risk zonation at the Regional Scale

Le frane di crollo coinvolgono volumi di roccia che si muovono per caduta libera, rimbalzo, rotolamento e scivolamento ( Cruden e Varnes, 1996 ). Questa tipologia di frane è estremamente frequente nell’area alpina e in Lombardia in particolare. In generale, i cicli di gelo e disgelo, le precipitazioni e gli scuotimenti sismici sono tra i fattori scatenanti più frequentemente riconosciuti,; oltre a questi sono individuati dei fattori secondari quali la crescita delle radici, l’effetto dei venti forti o l’invecchiamento progressivo delle masse rocciose. Dagli anni ’90 è stato registrato un aumento progressivo del numero di crolli ( < 100.000 m3 ) a quote medio-alte, in relazione diretta con le precipitazioni e la temperatura media annuale. Gli scenari climatici futuri ( CH2011, 2011 ) includono: periodi di scioglimento rapido della neve, precipitazioni anticipate alla fine dell’inverno ( tra + 3,6% e + 10,4% ), diminuzione delle precipitazioni in estate ( tra -4% e -20,4% ) e aumento delle temperature. Tutti questi fattori sono e saranno rilevanti nell’innesco di frane in diversi ambienti che possono coinvolgere elementi quali strutture, infrastrutture, linee di vita e località turistiche. Si prevede che la frequenza di questi eventi aumenterà e che le dimensioni delle cadute saranno correlate con i cambiamenti climatici. Il rischio legato a frane di crollo è gestito da Regione Lombardia attraverso opere di pianificazione territoriale, contromisure di protezione e azioni di protezione civile. Le azioni di protezione richiedono la caratterizzazione del rischio legato a frane di crollo per diversi scenari, che tengano conto della distribuzione spaziale, della frequenza e dell’intensità degli impatti, della vulnerabilità degli elementi esposti e dei costi previsti, per un’analisi costo-efficienza delle opere di mitigazione. Il problema delle frane è gestito principalmente attraverso valutazioni di suscettibilità e pericolosità ( Crosta e Agliardi, 2003; Jaboyedoff et al., 2005 ) o contromisure ingegnerizzate ( Ritchie, 1963; Nichol and Watters, 1983; Calvetti e Di Prisco, 2009; Volkwein et al., 2009 ). La pericolosità legata ai crolli è la probabilità che un punto specifico venga raggiunto da frammenti di roccia con una particolare intensità ( Crosta e Agliardi, 2003; Jaboyedoff et al., 2005 ). Pertanto, questa probabilità è una combinazione di probabilità di innesco ( cioè la probabilità che avvenga un crollo ) e probabilità di propagazione ( cioè la probabilità che i blocchi raggiungano un punto specifico ).

 

 

Obiettivi

 

L’ obiettivo principale del progetto è lo sviluppo delle conoscenze scientifiche nell’ambito dello studio delle frane di crollo, al fine di produrre degli strumenti di valutazione della pericolosità e rischio. Lo scopo sarà raggiunto attraverso l’utilizzo di tutti i set di dati ufficiali disponibili in formato GIS ( standard INSPIRE ) e fornendo queste conoscenze alle autorità regionali e municipali, agli operatori delle infrastrutture, ai professionisti e alla comunità, al fine di rafforzare le strategie di gestione del rischio e di resilienza sociale.

Gli obiettivi del progetto sono:

  • lo studio della relazione tra gli elementi scatenanti e l’innesco, specialmente in ambienti caratterizzati dall’interazione tra da diversi fattori
  • lo studio degli effetti dei cambiamenti climatici sull’innesco di frane nelle aree prealpine e alpine, come conseguenza dell’aumento della temperatura, dei cambiamenti delle precipitazioni e della degradazione del permafrost;
  • l’implementazione di uno strumento affidabile e scientificamente valido per la modellazione 3D a scala locale e regionale, per essere facilmente utilizzato dalle agenzie regionali;
  • lo studio del ruolo della caduta di massi nella produzione di detriti all’interno della rete di drenaggio, che potrebbe portare ad un drastico aumento del rischio di debris flow durante gli intensi eventi di pioggia.

 

 

Metodi

 

La realizzazione del progetto sarà effettuata dall’Università Milano Bicocca e dal Politecnico di Milano. Il progetto è strutturato in 6 azioni ( WP, work-packages ) modulate secondo le seguenti fasi:

  • WP1: creazione di un geodatabase di eventi scatenanti e eventi di frana in Lombardia ed aree confinanti
  • WP2: studio della relazione tra fattori d’innesco e condizioni meteoclimatiche che possono portare a dei crolli
  • WP3: implementazione del codice Hy-STONE con nuove leggi sull’impatto e sviluppo di uno strumento di modellazione dedicato per le autorità regionali
  • WP4: valutazione della pericolosità e del rischio per l’intera Regione Lombardia
  • WP5: sviluppo dei futuri scenari di pericolosità e rischio 
  • WP6: divulgazione della metodologia e dei risultati del progetto alla pubblica amministrazione, tecnici, professionisti ed alla comunità